Tremarella al minimo by Daniele Bonetti

Tremarella: lo strano nome di questo recupero bene illustra il movimento della canna, che deve, appunto, tremolare incessantemente, con lo scopo di far avanzare a scatti velocissimi l’esca. La tremarella si effettua sia con lenze a piombino, che a catenella che a vetrino. La forma e il peso specifico della zavorra influenzano il comportamento dell’esca sott’acqua. Il recupero si effettua con la sola canna, mentre questa si sposta bisogna far vibrare il vettino e tra un recupero e l’altro il filo in eccesso và recuperato con il mulinello. L’intensità delle vibrazioni e la velocità di spostamento della canna variano a secondo della distanza di lancio e della profondità di pesca. In presenza di trote “lente” che stazionano nei pressi del fondo, è necessario praticare una pesca molto lenta ed attenta ed i nostri movimenti dovranno essere il più possibile in simbiosi con quelli delle trote. Si dovrà quindi effettuare un recupero molto lento dell’esca, per far si che essa non si sollevi troppo dal fondo ed in modo che essa stazioni il più possibile vicino alle trote, invogliando così il loro appetito. Durante la fase di abboccata che vista la scarsissima voracità delle trote, in molti casi, potrebbe risultare quasi impercettibile è necessario arrestare completamente il recupero prestando molta attenzione alla cima della canna, per poter percepire ogni minima tocca e stabilire quindi l’esatto momento in cui ferrare che sarà determinato da una partenza più decisa. In questo filmato, girato al Lago Verde di Piacenza, effettueremo una tremarella molto lenta allo scopo di mantenere l’esca nei pressi del fondo laddove stazionano trote piuttosto “lente” ed indolenti, buona visione.

Video by Trabucco TV

Testo By Danielle Bonetti Macinator

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