Il Filo per la Pesca all’Inglese
Le caratteristiche principali a cui deve rispondere un buon filo per la pesca all’inglese sono la scarsa elasticità e l’affondabilità.
La prima caratteristica si rende necessaria soprattutto pescando a grandi distanze, ma se ne godono i vantaggi in ogni caso.
La scarsa elasticità di un filo permette di far giungere all’amo il colpo di ferrata in modo più diretto e non ammortizzato dall’allungamento naturale del nylon.
Tale caratteristica risulta preziosa anche perché fili rigidi hanno scarsa tendenza a torcersi, cosa che può verificarsi in una tecnica di pesca come quella all’inglese fatta di continui lanci e recuperi.
Purtroppo, però, tali fili non sono esenti da problemi. ll primo e più importante è che la rigidità porta il filo ad avere memoria meccanica tanto più elevata quanto maggiore il diametro del nylon.
Ciò provoca la formazione di spire rigide soprattutto nei fili che sono stati inbobinati da tempo. Attenzione, in questo caso perché durante il lancio, tali spire possono causare incredibili sbobinate.
Un altro problema è rappresentato dal fatto che il filo per la pesca all’inglese ha una superficie molto dura e quindi risente sensibilmente di accidenti meccanici come colpi contro pietre o rami, intaccandosi irrimediabilmente, cosi come risente dello spostamento di piombi duri o troppo schiacciati.
Importante, se non di più dell’inestensibilità è la capacità del filo per la pesca all’inglese di tagliare la pellicola superficiale e di affondare di qualche centimetro sotto ilpelo dell’acqua.
Questo particolare comportamento è una delle basi della pesca all’inglese stessa, cioè l’impossibilità per il vento di agire sul filo che galleggia sull’acqua per fargli
compiere la classica pancia che poi è causa del trascinamento del galleggiante. Per avere un risultato ottimale il filo deve essere aiutato ad affondare, soprattutto dopo un uso più o meno prolungato in modo particolare in acquesporche. Per far questo si devono seguire alcuni consigli.
Scelto il filo del diametro occorrente, si immerge la bobina almeno per qualche ora in acqua nella quale sia stato disciolto un po’ di detersivo da piatti. Questa operazione consente al filo di liberarsi dell’eventuale olio o grasso derivanti dalla macchina che ha operato l’inbobinamento in fabbrica.
Il passaggio sul mulinello è consigliabile che venga eseguito senza che la bobina originale venga tolta dall’acqua. Tra l’altro, cosi facendo si imbobina in modo perfetto il filo senza il bisogno di una seconda persona a tenere il rotolo in mano.
ll detersivo che rimane sul filo dopo che l’acqua è evaporata non lo rovina assolutamente, ma, al contrario, consente di usufruire fino dal primo lancio della perfetta affondabilità. Con una frequenza che varia dal tipo di acqua nella quale si sta pescando, si osserverà che dopo un po di tempo il filo non affonderà piu con facilita neppure se sollecitato. Quando questo avviene, vuol dire che è arrivato il momento di rinnovare lo sgrassaggio. A questo punto ci sono due diversi modi di procedere. Usando un mulinello a bobina libera é sufficiente spruzzare un po’ di liquido sgrassante sulla bobina per ripristinare l’azione affondante. Nel caso si impieghi il mulinello a bobina coperta, è necessario provvedere allo sgrassaggio facendo passare il filo in una spugnetta imbevuta di liquido tenuta tra le dita e premura sul filo.
Ed ora Buona Pesca 🙂