La Pesca a Streamer

pesca a streamer

La pesca a streamer è una tecnica adatta per insidiare pesci di grosse dimensioni o di media pezzatura che si dimostrino interessati a un’alimentazione carnivora, costituita da avannotti e minutaglia. Con il termine streamer, che in inglese significa letteralmente bandiera al vento, si intende un tipico artificiale che raffigura il movimento di un pesciolino o di un altro organismo acquatico di analoghe dimensioni.

L’efficacia di questo sistema di pesca dipende dal fatto che molti pesci, una volta raggiunta una taglia rispettabile, tendono ad abbandonare il nutrimento insettivoro, preferendo pesciolini e animaletti acquatici. Pescando a streamer si cerca di riprodurre il comportamento dei piccoli pesci che frequentano le acque correnti.

L’attrezzatura
La pesca con lo streamer richiede l’uso di un’attrezzatura ben rapportata a grosse prede. Una canna di 2,7 m ad azione tendenzialmente parabolica è sicuramente
l’attrezzo ideale per praticare questa tecnica. Il requisito della lunghezza si dimostra indispensabile per riuscire a manovrare bene lo streamer in acqua.
La scelta del tipo di coda sarà effettuata tenendo conto delle condizioni di pesca in cui andremo ad agire: quando si pesca in acque profonde è indispensabile l’impiego di una coda a punta affondante, in modo da poter agevolmente far lavorare lo streamer alla profondità desiderata, mentre il ricorso a una coda galleggiante è consigliabile in presenza di livelli d’acqua piuttosto modesti.

Il finale, lungo circa 2 m, avrà la punta rapportata alle dimensioni dello streamer, vista la taglia degli avversari che si andranno ad affrontare, è preferibile non
scendere al di sotto di uno 0,25 mm.

Gli streamer più validi
Nella costruzione degli streamer è necessario affidarsi a soluzioni che privilegino il movimento degli stessi, piuttosto che la forma e il colore
La vitalità dell’imitazione, infatti, gioca un ruolo decisivo per la riuscita di questo tipo di pesca, tanto che nella loro costruzione si ricorre spesso all’uso di materiali morbidi come il marabou, il pelo di coniglio, le piume di gallina e le fibre di piuma di pavone che riescono ad assicurare una certa parvenza di vita.
Anche la scelta del colore degli streamer può essere importante, specialmente quando si pesca con scarsa luce. In tali circostanze gli streamer di colore scuro risultano decisamente più redditizi rispetto a modelli dalle tinte luminose e vivaci, mentre in acque velate gli artificiali realizzati con più colori contrastanti si dimostrano generalmente più efficaci di quelli costruiti in una sola tinta.
Uno degli streamer più famosi e popolari è il Muddler Minnow, di origine americana, indicato per insidiare trote e cavedani nei fiumi di fondovalle, mentre di particolare affidamento risultano essere altri streamer di provenienza statunitense come il Black Marabou Muddler e il White Marabou Muddler specialmente se impiegati nelle ore serali e in acque velate. Sempre in acque poco limpide è particolarmente efficace lo Yellow Matuka, che riesce a stimolare l’aggressività di tutti i predatori d’acqua dolce. Da non trascurare, poi, l’impiego del Matuka Sculpin, ottimo streamer molto gradito da trote e cavedani, del Black Ghost o fantasma nero, impareggiabile imitazione per acque cristalline e del Grey Ghost streamer in grado di assicurare ottime prede, se fatto lavorare con recuperi rapidi seguiti da frequenti e lunghe pause

I luoghi di pesca

La tecnica di pesca con lo streamer si effettua prevalentemente nei grandi fiumi o grossi torrenti di fondovalle. Le profonde buche, le depressioni dei fondali, gli ostacoli naturali sommersi e le calme, ai lati delle forti correnti centrali sono tutte zone favorevoli che il pescatore a mosca deve esplorare.
Uno streamer, ben manovrato in acqua, può diventare un elemento di sicuro motivo per l’attacco.
Il pescatore a mosca deve cercare di presentare nel modo migliore il proprio streamer, considerando che il pesce difficilmente si sposterà dal proprio luogo di osservazione e di caccia.

La tecnica di pesca
La tecnica migliore è quella di effettuare un lancio in diagonale, da monte verso valle, in modo che l’artificiale si disponga in linea con la corrente, passando nelle immediate vicinanze del punto in cui si presume esservi il pesce. A questo punto, tenendo la canna in direzione della coda, si inizia, con la mano sinistra, il recupero dell’artificiale con i diversi tipi di trazione, indispensabili ad animare lo streamer.
Per provocare la reazione della trota e il conseguente attacco all’esca artificiale è necessario rendere ben vivo lo streamer. Recuperi lenti e continui oppure a intervalli, rilasci con brevi pause, scatti verso la superficie, improvvise deviazioni laterali, piccoli strappi in serie trasmessi all’artificiale rappresentano la base di ogni possibile successo.
Il recupero, in ogni caso, deve avvenire con la massima concentrazione, perché l’attacco può avvenire in ogni momento, persino nella fase finale.
Recupero rapido con correnti non eccessivamente veloci e più lento in presenza di acque con corrente più accentuata, rappresentano le soluzioni che possono dare i risultati più efficaci.
Pescando a streamer occorre sempre insistere diverse volte nello stesso posto, sino a provocare l’attacco del pesce. Molto spesso, infatti, il primo lancio non dà alcun risultato, per cui solo perseverando si riesce a provocare l’istinto predatorio. L’attacco, nel caso di una trota, sarà sempre violento e deciso, con un messaggio chiaramente avvertibile sulla canna del pescatore a mosca: ferrare prontamente e poi cercare di recuperare subito la situazione sono accorgimenti da attuare per riuscire a cattuare una preda che, molte volte, può rivelarsi di pezzatura considerevole.
Oltre alla trota, la pesca a streamer è particolarmente efficace anche nei con fronti del cavedano.

Ora tocca a voi 🙂 inviateci le vostre catture effettuate con questa tecnica

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